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Cenni Storici dello Scarlatto
Le prime notizie relative al Palio di Parma sono quelle documentate dalla “Cronaca” del 1313 di Giovanni del Giudice il quale parla della « corsa dello scarlatto da di fuori della Porta detta Nova alla Piazza Comune » che si teneva il 15 Agosto, festività dell’Assunzione di Maria Vergine, a cui è dedicata la Cattedrale cittadina. Interessante scoprire che "lo scarlatto" fu uno fra i più antichi e celebri palii che si correvano nei2 comuni, evento con usi e gare analoghi a quelli di altre località del centro e nord Italia.
Alla manifestazione, a cui accorrevano in gran numero anche da altre città italiane, era legato un diffuso sentimento di Pace: situazione raggiunta e mantenuta con estrema difficoltà ed enormi sacrifici per quei tempi.
Nel 1490 furono introdotte alcune novità: oltre al tradizionale pallio di velluto scarlatto dei cavalli Berberi anche diversi palii di panno, quindi meno preziosi; uno bianco per gli asini, uno turchino per gli uomini ed un quarto palio verde per le donne. Il dominio francese e le continue lotte crearono un periodo forzato di sospensione dei giochi che ripresero nel 1525. Le feste civili e religiose, compreso il palio, erano sottolineate in vari modi, ad esempio con i trombettieri (funzionari del comune con la tipica tuba longa), con lanternoni ed alti falò di spettacolari forme.
Nel 1796 furono soppressi per motivi di ordine pubblico i festeggiamenti, delle consuete ricorrenze, che comportavano uno sperpero di danaro e comportamenti scandalosi, quindi vennero mantenute solo le cerimonie religiose. Persi inoltre gli ideali cavallereschi che lo sostenevano, possiamo fare coincidere con questa data anche la fine dell’antichissimo palio.
Il Centro Sportivo Italiano di Parma fa rivivere nel 1978 la manifestazione; ora dedicata alla Madonna della Pace attualizzando, così, questo remoto desiderio. Negli ultimi anni lo Scarlatto, che solitamente si corre la terza Domenica di Settembre, si è identificato nella staffetta maschile delle cinque principali Porte della città: Santa Croce, S. Francesco, Nuova, S. Michele e San Barnaba. Chiaramente si è mantenuta l'altra gara: il Panno Verde, riservata alle donne, in cui gareggiano tre giovani frazioniste per contrada. Mentre per il Pallium Asinorum attualmente i simpatici e socievoli somarelli sono cavalcati dai bambini e portati alla lunghina dagli accompagnatori. Nota dell'Associazione: dopo qualche protesta sulla rete dovuta forse alla non conoscenza della manifestazione, ci teniamo a ribadire che non è una gara quella degli asini, infatti non c'è accanimento ne esasperazione tra le contrade, ne è una garanzia il fatto che i bimbi-fantini vengono scelti dagli stessi accompagnatori (a volte loro genitori) ed è garantita la massima attenzione agli animali nel rispetto delle norme sanitarie (giustamente restrittive in Emilia) e di cui si prendono cura un gruppo di appassionati cavalieri. Appena finita la passeggiata vengono accompagnati in una zona verde a loro dedicata in attesa di essere riportati, insieme ad altri equidi, dai loro allevatori che in alcuni casi garantiscono il mantenimento degli animali quasi esclusivamente per l'evento anche recuperandoli da altre situazioni non felici o da altra destinazione d'allevamento. Al Palio di Parma pur nella "sana competizione" generale dell'evento prima di tutto c'è il rispetto per le persone, gli animali, la città ed il territorio; forse proprio questo stile ci contraddistingue.